Colori d'autunno

Colori d'autunno
“ Storie che vanno via veloci disperdendosi al vento come fili di fumo. Il fumo è testimone di un fuoco. La legna finisce, il fuoco si spegne. Rimane l’odore del fumo, che è ricordo. Del fuoco resta la cenere, che è memoria. Rovistando tra la cenere si pensa al fuoco che fu. Ricordare fa bene, è un buon allenamento per resistere e tirare avanti.” (Mauro Corona)

sabato 4 novembre 2017

Euganei: tracce di una civiltà antica - COLLI EUGANEI



Declivi prativi, accompagnano lo sguardo verso i sinuosi profili dei Colli 

Quando l’aria di città inizia a farsi irrespirabile, quando la quotidianità ci sovrasta e rende noiose le nostre giornate, arriva il momento in cui pensare a una sana e giusta “evasione” verso luoghi incontaminati, selvaggi, dove la pace e il silenzio regnano sovrani, offrendo serenità allo spirito.

Vista sul M.Castello, Calaone e M.Cero 
Tutto ciò lo si può incontrare nell’avvolgente e rigogliosa natura dei Colli Euganei, un territorio da vivere in tutte le stagioni dell’anno: in primavera per cogliere la prima esplosione della natura, in estate perché basta salire di qualche metro per togliersi dall’opprimente afa e dalla foschia della città, in autunno per assaporare i toni caldi e dolci della stagione; in inverno quando è sufficiente superare pochi tornanti per osservare i sinuosi rilievi fuoriuscire come isole dall’immenso mare di nebbia, tanto da paragonarlo a un vero e proprio ambiente di montagna. Ed è proprio quest’anomalo impatto di “paesaggio di montagna” che ci porta a coniare il termine “Monte”, offerto da alture di poche centinaia di metri. Infatti, se dall’esterno, dalle pianure cittadine, si ha la tendenza di dire “andiamo sui Colli”, una volta arrivati all’interno del sistema si specifica “andiamo sul Monte Gemola, sul Monte della Madonna, sul Monte Rua, ecc.”, senza tener conto che “monte”, oltrepassa la corretta definizione geomorfologica attribuita a queste nostre modeste alture.

Tra cielo e terra
Ciò avrebbe origine da un’eredità romanza della fase romana, quando con Montes, senza una successiva aggettivazione, si definivano i rilievi euganei semplicemente contrapposti alla pianura, mentre ogni Mons poteva avere un suo nome specifico poiché “importante per chi viveva, lavorava, produceva nelle sue prossimità”. “Colli”, che oggi usiamo per indicare il complesso, è quindi il termine che più si addice, eccezion fatta per il Monte Venda che con i suoi 601 metri, è l’unico rilievo euganeo ad aver “licenza” di essere chiamato tale.                 


Quando e come sorge il nome Colli Euganei?                            Nel Medioevo, un certo Lucano, poeta latino di epoca augustea, fu il primo tra gli scrittori antichi ad associare il termine “Colle” all’aggettivo “Euganeo” quando scrive che Cornelio, nel giorno della battaglia di Farsalo, preso da folgorante visione, annuncia la vittoria di Cesare su Pompeo sedendo sul “Colle Euganeo” vale a dire in quella sede che storici e archeologi individuano nell’aerea termale di Abano – Montegrotto. Anche l’appellativo “Euganeo”, però, sarebbe legato a una tradizione letteraria nella quale era ben presente il concetto di una realtà etnica precedente, come fa capire Tito Livio quando racconta che i Veneti, sopraggiunti da Troia sotto la guida di Antenore, avrebbero ricacciato sui monti gli indigeni Euganei.

Gruppo collinare del M.Ceva con i rilievi del M. Spinefrasse  e  M.Croce

Ciò non toglie la possibilità di recuperare oggi il termine “Euganei” pur con l’accortezza di non riferirsi a una precisa entità etnica. E’ certo, infatti, che il comprensorio collinare euganeo fu teatro di vita fin dalla più lontana preistoria e che anzi la straordinaria varietà e mobilità dell’ambiente ne condizionò il popolamento durante il corso dei secoli. Ripari, anfratti, terrazzi, spianate, offrirono dimora all’uomo già nel paleolitico, anche se esistono poche tracce in quanto, ancora incapace di dominare l’ambiente naturale e legato a ciò che spontaneamente offrivano la terra e il regno animale, esso era costretto a brevi soste e a continui spostamenti. Più facili seguirne le vicende nel neolitico quando compaiono le prime comunità, relativamente stabili, di agricoltori, nell’età del bronzo, quando sempre più complessa e legata a molteplici fattori appare la dinamica del popolamento e infine nell’età del ferro, quando si costituisce quell’entità storica dei Veneti ai quali dobbiamo uno dei più significativi aspetti regionali dell’Italia preromana. 

 Libero adattamento del capitolo: “I Colli nell’antichità” di L.Capuis e S.P.Mattioli  - "I Colli Euganei natura e civiltà"


CAMMINANDO  SULLA  STORIA

Camminando verso Valle S.Giorgio

Valle S.Giorgio, M.Castello, Calaone e M.Cero

Dal Monte Venda, veduta sulla piana di Monte Fasolo

Dalla rupestre flora del M.Ceva, una panoramica sulla catena collinare euganea

Paesaggio autunnale sul Monte Cecilia

Un paradisiaco mare di nebbia visto dalle alture del M.Gemola




La calda luce dell'imbrunire, accarezza i rilievi del M.della Madonna e M.Grande



Tramonto sul pianoro del Mottolone (Arquà Petrarca)




                                                                     




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