Colori d'autunno

Colori d'autunno
“ Storie che vanno via veloci disperdendosi al vento come fili di fumo. Il fumo è testimone di un fuoco. La legna finisce, il fuoco si spegne. Rimane l’odore del fumo, che è ricordo. Del fuoco resta la cenere, che è memoria. Rovistando tra la cenere si pensa al fuoco che fu. Ricordare fa bene, è un buon allenamento per resistere e tirare avanti.” (Mauro Corona)

sabato 11 febbraio 2017

COLLI EUGANEI: La voce del ruscello


L'esile ruscello

Inoltrarsi nel bosco dei Colli Euganei, quando la natura dorme ancora sotto i sopiti colori dell’inverno, ci porta a scoprire luoghi incontaminati di rara bellezza. Luoghi intrisi di mistero e di lontane memorie, dove la natura, magicamente, si trasforma in un fantasmagorico “Regno delle Favole” e dove tutto, all’improvviso, diventa leggenda. 

Tutt’intorno, era un brulicare di piacevoli e suggestive percezioni: l’aria gelida e pura che penetrava fin su le narici facendomi lacrimare gli occhi, gli odori aspri e dolci del bosco, lo scricchiolio di un ramo, il tenero fruscio delle foglie sotto i miei passi. Tutto, in quel giorno di fine gennaio era magia; anche quando, percorrendo un facile sentiero che dagli aspri pendii del Baiamonte portava a quelli più tranquilli del Roccolo, mi capitò di attraversare un calto dove scorreva un ruscelletto letteralmente ghiacciato. Lì, ebbi veramente la sensazione di entrare in un mondo fantastico, di immergermi nell’incontrastata dolcezza di Chi mi ospitava. Davanti a me, una visione di pura poesia che fino allora i miei occhi non avevano mai avuto il piacere di incontrare. L’esile gorgheggio, che proveniva da sotto la spessa coltre di ghiaccio, rendeva ancor più surreale quel momento. Un’effimera voce che risuonava nel silenzio assoluto del bosco. Mi fermai, ovviamente, a contemplare tale meraviglia. La dura lastra luccicava ai deboli raggi di un sole opaco che filtrava a stento la sua luce, tra le nude chiome degli alberi. Ogni cosa in quella bianca scia d’acqua ghiacciata, era immobile, inerte. Sassi, foglie, sterpi e rami secchi, sembravano imprigionati, attanagliati, dalla gelida morsa di ghiaccio. Verdi sassi delimitavano il corso, tracciando di muschio, le sinuose sponde del ruscello e un letto d’umide foglie, copriva di ruggine il terreno circostante. Queste, com'è accaduto in altre occasioni, sono situazioni che mi creano particolari emozioni. Mi prendono l’animo, portandomi a scrivere quello che, in quell’istante, sentivo nascere dentro. E così, nasce una poesia. Versi, che scaturiscono dal gorgoglio del cuore e sgorgano limpidi nelle placide acque di un foglio di carta.



"Verdi sassi delimitavano il corso, tracciando di muschio, le sinuose sponde del ruscello..."



EFFIMERA VOCE


Nell'ancestrale silenzio del bosco,
ascolto immobile
l'esile bisbiglio di un ruscello,
debole traccia
di una natura addormentata;
effimera voce,
serrata da lucente coltre
che ne opprime il respiro
e attenua il canto.

Oh se potessi udire il canto!

Sorgente cristallina,
liquido spartito,
fremito melodioso
di delicate note.
Inventerei parole nuove
pur di ridare linfa
al tuo perpetuo scorrere.


Scivola il pensiero
sui segreti nascosti del passato,
ora sepolti
tra le fauci stridenti dell'Inverno.

Potessi udire il canto!

Lungo le brulle sponde,
tra sassi muschiati e ramate foglie,
non resta che il ricordo
di un perduto Amore,
romantica illusione,
limpida carezza che si fa ghiaccio,
al gelido soffio di un mattino eterno.

M.Guercini





"...Un'effimera voce che risuonava nel silenzio assoluto del bosco."



... Ed ora ascolta!